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VR in architettura: intervista al progettista M. Ramella Ottaviano

Intervista Michele Ramella 1 Augmenta

VR in architettura: intervista al progettista M. Ramella Ottaviano

Nell’ultimo articolo abbiamo intervistato Antony, una vera super star del mondo della realtà virtuale, per quanto riguarda qualsiasi aspetto tecnico, di programmazione e modellazione. Oggi parliamo di VR in architettura.

E per questo vi proponiamo un’intervista con il progettista, designer e formatore Michele Ramella Ottaviano, che sta cercando di promuovere i numerosi vantaggi della VR nel suo ambito di elezione, l’architettura appunto, lavorando su due fronti, come vedremo: progettazione e formazione.

Intervista Michele Ramella 2 Augmenta

Augmenta: Parlaci un po’ di te, del tuo percorso e di come sei arrivato alla VR.

Michele: Di formazione classica, mi occupo da 10 anni di visualizzazione architettonica con particolare attenzione al rendering fotografico con particolare attenzione al dettaglio. Mi concentro sulla creazione di esperienze visive coinvolgenti attraverso rendering e modellazione 3D realistici, visualizzazione in tempo reale e realtà virtuale.Come nel digitale, l’architettura si sta spostando verso un approccio sempre più centrato sull’uomo che permette agli utenti di interagire con i servizi in base alle loro esigenze. Lavorando come consulente e formatore, mi impegno a migliorare l’efficienza nella visualizzazione architettonica e a fornire la migliore esperienza utente possibile ai clienti finali, agli studi di architettura, al dettaglio e nel settore immobiliare.

Augmenta: Quali applicazioni vedi di questa tecnologia nella tua materia d’elezione, l’architettura? Ritieni che la realtà virtuale possa essere un complemento o che andrà a sostituire completamente le attuali funzioni progettuali di archicad?

Michele: Credo che il BIM (BIM: è l’acronimo di “Building Information Modeling”,  ed è definito dal National Institutes of Building Science come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Il BIM quindi non è un prodotto né un software ma un “contenitore di informazioni sull’edificio” in cui inserire dati grafici, come i disegni, e degli specifici attributi tecnici, come schede tecniche e caratteristiche, anche relativi al ciclo di vita previsto) si andrà ad implementare, come strumento di progettazione e di gestione di progetto nell’industria AEC, in concomitanza, con la VR. I file, provenienti da software quali revit ed archicad, saranno ottimizzati per la vr, in modo tale che ogni dettaglio potrà essere visto, udito, toccato in realtà virtuale, a livello di esperienza, interazione ed immersività.

Augmenta: In che modo l’utilizzo della realtà virtuale migliorerà il lavoro dell’architetto o della progettazione in generale? Quali sono i vantaggi per il cliente finale?

Michele: Ti rispondo a punti.

  • Colmerà il divario tra immaginazione e realtà, fornendo infinite possibilità di personalizzazione in un ambiente altamente dettagliato e realistico.
  • Ad oggi, attraverso la realtà virtuale, noi siamo in grado di vedere lo spazio e di viverlo con un alto dettaglio e resa grafica, siamo in grado di muoverci liberamente nello spazio compiendo azioni che faremmo nella realtà.
  • Permette e permetterà sempre di più all’architetto o progettista o cliente finale di immergersi all’interno dello spazio.
  • Farà comprendere l’obiettivo molto meglio, semplicemente perché si vive il risultato finito senza fare uso dell’immaginazione.
  • Farà “trasportare” l’utente in un universo parallelo, permetterà di raccontargli una storia e cambiare il suo modo di interagire con il prodotto/servizio.
  • Una nuova customer experience.
Intervista Michele Ramella 3 Augmenta

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Augmenta: Quali sono gli ostacoli maggiori che stai riscontrando al momento per un utilizzo diffuso della tecnologia nel tuo settore?

Anche qua ti rispondo a punti:

  • Il costo sicuramente per i visori e tutti i sistemi di realtà virtuale è abbastanza alto se si vuole avere un’immersività tale da considerarsi realtà virtuale.
  • Non considero i google cardboard definibile realtà virtuale, bensì un modo di vedere immagini in 360 attraverso 2 lenti.
  • La scarsa conoscenza della realtà virtuale porta le persone a vederne solo il lato ludico e non anche un giovamento in altri campi, in termini di riduzioni dei tempi di progettazione, riduzione del rischio, automazione, performance, usabilità ed accessibilità.

Augmenta: Qual è il valore aggiunto che porta la realtà virtuale nei diversi campi di applicazione?

Michele: Mi viene da dirti sicuramente: esperienza, immersività, human center (cosa significa mettere al centro il cliente? Rischio: virtualizzare il cliente). Quando il cliente è una persona è un’unica esperienza. E’ necessario conoscere il proprio cliente e capirne le proprie esigenze (cliente in ufficio, cliente sul divano, cliente in coda etc…).

Poi anche emotional design: impatto emotivo del prodotto, percorso multisensoriale verso le emozioni nella scelta o nel visualizzare uno spazio. E infine direi anche neuromarketing (neuropsicologia applicata al marketing).

Augmenta: A cosa stai lavorando adesso?

Michele: Ad un progetto che si chiama IN-VR, piattaforma in 3d real time e realtà virtuale ad alta resa grafica (stanno ancora lavorando sul nome, che è in fase di definizione).

Ad oggi io con altri 2 ragazzi: un 3d artist e un game developer abbiamo ultimato il prototipo (mro house) di una villa su due piani sviluppandolo in questo modo:

  1. progettazione degli spazi della villa (zona giorno e zona notte) e la modellazione dell’involucro e degli arredi.
  2. ottimizzazione dei modelli, degli asset, creazione uv set per le lightmap
  3. la qualità di questo progetto è stata pensata per poter girare all’interno di un pc di fascia media. E’ stato deciso di optare per un tipo di pavimento desaturato e pareti di colore bianco.
  4. le interazioni sono state pensate per essere semplici. Avvicinandosi al simbolo del mouse, presente in diversi luoghi della scena, è possibile interagire con gli elementi della casa. Le interazioni sono (anche in VR):cambiare materiale al muro, pavimento e divano; sostituire arredi (tre per tipo); osservare la planimetria dell’immobile; eseguire screenshot 2D/360; inserire arredi; switch della casa senza arredi; accensione e spegnimento luci.
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Augmenta: Perché IN-VR?

Michele: Perché affascinato dalla possibilità di connettere due realtà così diverse, ma anche così intrecciabili come la visualizzazione architettonica (archviz) ed i videogames; ed in questo senso dove inizia la progettazione di un spazio distributivo e dove inizia la progettazione a codice di chi studia l’interfaccia e le interazioni di un videogioco. Inoltre per dare un approccio più incentrato sull’utente, dove egli sia sia player principale che attore protagonista delle interazioni che andrà a compiere con lo spazio o con quel prodotto digitale, piuttosto che spettatore di un prodotto/servizio finito e consegnato.

IN-VR ha molto di esperienziale, con un giusto tocco di ludicità, mettendo a disposizione la componente tecnica e distributiva con quella interattiva ed immersiva da player. Il focus on è quello dell’alta resa grafica, del dettaglio e della doppio veste di spazio prototipo con o senza arredi.

Augmenta: A chi è rivolto questo prototipo:

Michele: Al real estate prevalentemente come strumento per implementare la vendita ancora prima che un immobile sia costruito.

Augmenta: Quali sono i tuoi progetti per il prossimo futuro relativamente a questo settore?

Da una parte allargare IN-VR, non solo ad un servizio, che si basa sul canale di commissione simili al prototipo, ma portarlo a livello di prodotto, dove gli utenti pagano per utilizzare il prodotto, compreso di una libreria, dove i produttori pagano per inserire i loro prodotti (arredi) e come ultima fase quello di piattaforma, che gli utenti utilizzano per generare revenue (subscription).

Intervista Michele Ramella 5 Augmenta

Dall’altra ampliare l’uso della tecnologia della VR a livello di formazione ed a livello di consulenza.

Entrambi i progetti vanno nella direzione in cui la tecnologia garantirà in un prossimo futuro l’implementazione per l’esperienza in VR dei sensi, quali il tatto e l’olfatto per garantire all’utente un’esperienza virtuale totalmente uguale alla realtà. Ci vorranno un po’ di anni, ma la strada è quella giusta.

Ne siamo convinti anche noi! Se volete approfondire il lavoro di Michele, a questo link trovate il suo sito e i suoi contatti.

Hai un progetto che pensi potrebbe beneficiare di realtà virtuale o aumentata? Oppure vuoi un virtual tour un video 360 o ricostruzioni CGI della tua azienda, museo, spazio fisico di ogni genere? 

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Andrea Roberto

Augmenta Srl offre soluzioni digitali per diversi segmenti di business: PMI, grandi aziende, industria, startup e system integrators.



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