Realtà virtuale e storytelling
Nell’articolo di oggi vorremmo cercare di raccontarti come puoi applicare il binomio realtà virtuale e storytelling per provocare stati d’animo funzionali all’assorbimento del tuo messaggio.
Bene, queste prime due righe sono solo per la SEO. (Seriamente, è avvilente la quantità di accorgimenti, che nulla hanno a che vedere con la creatività o la nostra volontà di informarti, e che ciononostante dobbiamo osservare ogni volta che scriviamo per poter avere una chance di essere tra le prime pagine che leggerai su Google con determinate parole chiave).
Veniamo al dunque. Siamo costretti per essere chiari ad una piccola premessa un po’ tecnica, rimanete con noi per trenta secondi!
Contesto
I nostri cervelli sono ottimamente predisposti al racconto. Amiamo raccontare storie e ne siamo affascinati quando le ascoltiamo. Non è questa la sede, ma anche se non ci pensi consciamente, lo storytelling è parte del tuo bagaglio nelle conversazioni di tutti i giorni. E naturalmente è parte anche del bagaglio delle persone con cui ti relazioni.
Da quando abbiamo sviluppato il linguaggio, raccontare storie è stato ininterrottamente il mezzo preferito per insegnare, tramandare, intrattenere. Essendo profondamente ingranata nella nostra storia, questa pratica è valida ancora oggi.
Con il racconto, a seconda delle necessità, delle intenzioni o delle circostanze raccontate – perché possiamo raccontare anche solo per il piacere di farlo, senza avere alcuno scopo – siamo in grado di suscitare in chi ci ascolta una serie di reazioni o stati.
Possiamo dividere gli stati in base ai neurotrasmettitori che li causano:
- Dopamina: focus, motivazione, memoria ottenibile con esperienze o racconti che producano suspense per esempio. Considera che molti pensano che lo storytelling sia per eccellenza induttore di dopamina.
- Ossitocina: generosità, fiducia, connessione, che possiamo suscitare con esperienze o racconti che richiedano o provochino empatia
- Endorfine: creatività, relax, focus, che invece vengono rilasciate con la risata (o con il movimento fisico, che però con la VR è molto limitato).
Evidentemente una storia perfetta indurrà una miscela dei tre neurotrasmettitori in modo da poter interessare (focus e motivazione) creare rapporto (generosità e fiducia) con chi racconta e comunicare un messaggio che rimanga impresso (memoria, relax e focus di nuovo).
Realtà virtuale e storytelling
Bene, immagino che a questo punto tu abbia già capito dove vogliamo andare a parare, più o meno. Questi stati possono essere utili per ottenere lo scopo che ci prefiggiamo nel nostro lavoro.
Ti abbiamo già raccontato in un passato articolo, la nostra storia virtuale, il fortissimo coinvolgimento che un’esperienza virtuale, meglio se interattiva, può generare in chi la prova.
La memoria va sollecitata sia che tu voglia promuovere un prodotto, sia che tu voglia rendere una piattaforma di addestramento efficace. Il relax può essere utile per un’esperienza di marketing, meno per la formazione. Il focus al contrario, sarà indispensabile per VR formativa, meno per marketing.
E tutto questo lo possiamo ottenere con VR e storytelling. Ti menzioneremo ora alcuni esempi di esperienze, anche videoludiche, con link ai video per tua referenza.
Vanno però fatte due premesse fondamentali.
- Possiamo raccontarti con le migliori parole e il copy più incisivo possibile quello che si sente in VR, ma ti invitiamo caldamente a fare una prova, perché l’esperienza personale è insostituibile e vale più di venti articoli di blog. Tieni presente che gli stati elencati sopra possono anche semplicemente nascere dal fatto che ci troviamo in un’esperienza virtuale, anziché davanti ad uno schermo. La presenza nell’ambiente in cui il messaggio viene convogliato è di per sé sufficiente a creare immersività e quindi emozioni. Quindi la VR per sua natura emoziona. Questo lo diciamo perché alcuni dei video che ti proponiamo, potrebbero non sembrarti particolarmente coinvolgenti senza visore.
- La VR può costare, non poco. Cerchiamo di ripeterlo abbastanza di frequente perché teniamo molto al tuo tempo e al nostro. Quindi se il budget è un problema dirimente, ti invitiamo a considerare che le tue aspettative potrebbero essere deluse. Un virtual tour (cfr. terzo esempio) è efficace, ha una vita relativamente lunga come effetto wow, e ha costi contenuti. Potrebbe essere una soluzione, al posto del videogioco in VR, che ne dici? …Se invece i soldi non sono un problema, tanto meglio. Parliamone pure.
Ti proponiamo ora quattro esperienze virtuali molto diverse tra loro, che secondo noi sono in grado di suscitare emozioni e stati d’animo.
Spetterà poi a te decidere come e se vorrai usare questa tecnologia nel tuo lavoro.
National Geographic Explore VR
Ti dà la possibilità di esplorare dal tuo divano di casa una serie di luoghi del mondo, alcuni anche decisamente poco accessibili, come l’Antartide. Esperienza interattiva integralmente in CGI. Carina la possibilità di fare foto a quello che vedi, durante le visite guidate.
The Climb
Gioco di arrampicata, quello che menzioniamo nell’articolo “La nostra storia virtuale”, uscito a fine anno scorso.
Quadriennale d’Arte 2020
Ops, questa l’abbiamo fatta noi…vabbe’, ma alla fine un po’ di autopromozione esplicita sul blog aziendale, ci sta, o no?
OssoVR
Questa è una delle piattaforme leader nelle simulazioni chirurgiche con VR per l’addestramento del personale sanitario.
Chiudiamo questo articolo con il link alla TED talk che lo ha ispirato, giusto per completezza di informazione.
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