5 sorprese delle soft skills in VR
Periodicamente torniamo sull’argomento formazione e addestramento in VR. Il motivo, oltre a voler insistere su un settore in cui crediamo moltissimo, è che ci sono sempre nuovi spunti. E infatti oggi parleremo di cinque vantaggi inaspettati della formazione per le soft skills in VR.
Le aziende che usano la realtà virtuale per addestrare e formare il proprio personale sono sempre di più, e la tecnologia in sé migliora da questo punto di vista. Migliora anche il monitoraggio delle pratiche formative in VR, con risultati che ne confermano ripetutamente il valore.
Ci sentiamo pertanto in dovere, come divulgatori, prima che come lavoratori del settore, di fare degli aggiornamenti sull’argomento.
Può risultare relativamente semplice comprendere come l’addestramento di personale all’utilizzo di macchinari o a procedure particolari abbia senso in una simulazione virtuale. Ne abbiamo già parlato tempo fa (“Confronto AR e VR: formazione immersiva”, per esempio), e ne parleremo ancora. I vantaggi sono logistici, economici, e didattici.
Sembrerebbe invece controintuitivo affermare che anche per le cosiddette soft skills la realtà virtuale costituisca uno strumento superiore, non solo al normale e-learning, ma perfino alla tradizionale lezione in classe. Eppure è così, come vedremo a breve.
La formazione, anche in ambito soft skills, è una necessità imprescindibile. Da diverse parti si indica con risultati di studi e di performace come la formazione periodica dei propri dipendenti contribuisca tra le altre cose a:
- mantenere alta la fedeltà dei lavoratori all’azienda, con conseguente ritenzione dei dipendenti (il dipendente percepisce il posto di lavoro come un luogo di crescita professionale e personale e la cosa lo stimola)
- migliorare l’ambiente di lavoro, creando lavoratori più felici (le persone appagate sono socialmente più positive)
- migliorare il lavoro del dipendente sia direttamente, sia indirettamente come conseguenza dei punti 1 e 2
- ridurre i costi (il punto 1 ha costi indiretti, per la necessità di riassumere frequentemente), e aumentare gli utili (per l’aumento della produttività)
Vediamo ora perché la formazione alle soft skills in VR è una soluzione vincente.
PwC ha condotto uno studio preliminare in merito con alcuni dirigenti USA scelti in varie località. Lo studio si poneva il proposito di verificare tre tipi di formazione: in classe, e-learning e VR.
I risultati raggiunti, come anticipato, sono piuttosto sorprendenti. La VR risulta nettamente vincente su entrambe le altre forme di apprendimento e in particolare in cinque aspetti:
1) Velocità
L’addestramento in VR è quattro volte più rapido rispetto a quello in classe e quasi due volte più rapido di quello in versione digitale o e-learning. Questo, in altre parole, significa che ciò che in classe si spiega in due ore, in VR richiede solo mezz’ora (29′, per essere precisi) e 45′ con piattaforma di e-learning. E questo tiene conto SOLO del tempo impiegato per le lezioni, non per il trasporto necessario per esempio per assistere ad una lezione in presenza. Considerazione assolutamente non secondaria questa.
2) Sicurezza in se stessi
La VR genera maggiore fiducia nei contenuti di ciò che si apprende, il che si traduce in un miglioramento delle capacità di applicare ciò che si è appreso. Nelle soft skills la fiducia in se stessi è una componente fondamentale per l’assorbimento dei contenuti, ma molto di più per la loro effettiva applicazione. Le interazioni difficili con colleghi o dipendenti risentono molto positivamente della possibilità di una pratica priva di stress prima dell’effettivo colloquio. La VR offre un ambiente totalmente stressfree in cui praticare e sentirsi a proprio agio. Dà però contemporaneamente un contesto realistico, che assomiglia alla realtà in cui il tutto va poi applicato. Ecco il perché di questi sorprendenti risultati.
3) Connessione emozionale
Apprendiamo meglio se siamo emozionalmente coinvolti. Il fatto di essere letteralmente calati in un’esperienza, in cui possiamo interagire, muoverci, sollecitare reazioni, rende la VR quasi indistinguibile per il nostro cervello da un’esperienza reale. Possiamo anzi dire che la VR è un’esperienza reale, in cui noi siamo l’unico attore in carne ed ossa. Questo dettaglio non riduce però di molto il coinvolgimento emozionale rispetto ad altri contesti non virtuali. Ci rendiamo conto che l’affermazione è molto forte. Come sempre, invitiamo chiunque abbia dubbi, a provare un’esperienza VR (fatta bene, eh, non un video 360 su YouTube visto attraverso un cardboard!).
4) Concentrazione
Questo aspetto ci ha sorpesi, ma perché non ci avevamo mai pensato. Mentre siamo in un ambiente virtuale, non abbiamo la possibiltà di controllare siti internet, telefono, o entrambi. Abbiamo sperimentato tutti personalmente le continue distrazioni che i corsi on-line ci permettono. Chi scrive ha, per esempio, il vizio di tenere il telefono a portata di mano, metre segue una video lezione. Risultato: non la seguo realmente e devo riprodurre il video o porzioni di esso più volte. Questo, a parte aumentare inutilmente il tempo dedicato alla formazione, rende la stessa anche meno efficace. In VR non puoi farlo: sei costretto a seguire e fare quello che l’esperienza didascalica ti impone. Come conseguenza abbiamo maggiore ritenzione delle informazioni in minor tempo.
5) Risparmio
Su questo aspetto insistiamo sempre, ogni volta che parliamo di VR. Il motivo è che la VR costa cara all’inizio (e noi non siamo per niente economici, tra l’altro). Ma i costi vengono riassorbiti in tempi relativamente rapidi, per diventare poi un vero e proprio investimento. Riassumendo ed integrando quanto detto sopra, il risparmio per le imprese nasce da:
- miglioramento prestazioni lavoratori
- miglioramento ambiente lavorativo perché i lavoratori sono più felici
- miglioramento della ritenzione dei dipendenti con conseguente risparmio costi di assunzione nuove leve
- eliminazione costi di logistica (albergo, trasporto, aule per le lezioni), che sono nettamente superiori per dipendente rispetto a quelli di un visore e di un’esperienza virtuale da spalmare su tutti i dipendenti da formare
Tutti i vantaggi della formazione soft skills in VR di cui sopra sono da ritenersi validi ad una condizione fondamentale. E cioè che l’esperienza virtuale sia fatta come si deve. Bisogna avere le idee chiare e un progetto definito, con un orizzonte temporale medio. In altre parole, non si possono fare le cose al risparmio, perché si rischia di spendere per nulla. Ma il predicozzo sull’importanza della qualità non era lo scopo dell’articolo, quindi la chiudiamo qui.
Ti lasciamo con un video bonus di un’azienda che usa attivamente VR per le soft skills del suo personale.
È venuto il momento della CtA (call to action per i non esperti di marketing). Sì, tutti i corsi, i manuali, i post che parlano di blogging, sostengono che senza una Cta stai di fatto scrivendo per niente. A noi onestamente non piace molto essere “costretti” da gabbie di pratiche diffuse, solo perché “si fa così”. Detto questo però, ci interessa davvero espandere i nostri orizzonti capire in che modo tu che leggi potresti usare la VR per formare i tuoi colleghi e/o dipendenti.
Quindi…e tu come potresti declinare un’esperienza formativa per soft skills in VR?
Hai un progetto che pensi potrebbe beneficiare di realtà virtuale o aumentata? Oppure vuoi un virtual tour un video 360 o ricostruzioni CGI della tua azienda, museo, spazio fisico di ogni genere?
Ci trovi alla nostra pagina dei contatti, così facciamo quattro chiacchiere e vediamo se ti possiamo aiutare.
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