5 ragioni per convertirsi alla VR
La ragione d’essere del nostro blog è essenzialmente quella di aiutare i neofiti a conoscere la realtà virtuale e la realtà aumentata. A convertirsi alla VR, per così dire.
Negli articoli passati abbiamo cercato di raccontare i possibili utilizzi in varie aree, e continueremo a farlo.
Oggi però vorremmo ribadire in modo schematico le ragioni per le quali crediamo che lo “spatial computing” sia utile. Spatial computing è la nuova denominazione con cui è probabile le due realtà verranno presto indicate, dopo l’infelice e poco chiaro periodo in cui si è utilizzato XR. Ma qui divaghiamo con tecnicismi inutili.
Vediamo dunque le cinque ragioni per cui ha senso, e ne avrà sempre di più, usare la VR.
1) Risultati migliori
La realtà virtuale permette di creare esperienze che hanno un’efficacia maggiore rispetto alle soluzioni adottate in precedenza in diversi campi. Prendiamone due che a noi interessano molto: formazione e psicoterapia. Per la formazione, ad esempio, sull’uso di macchinari o su alcuni protocolli di sicurezza, con la realtà virtuale si possono ricreare perfettamente le situazioni su cui preparare i candidati. L’immersione in un ambiente virtuale, in cui vengano riprodotte tutte le caratteristiche di quello reale, permette al candidato di immagazzinare più velocemente le informazioni e di apprendere in modo più efficace. Non è un caso che venga usata da tempo nel settore militare in USA. Ne abbiamo in realtà parlato diffusamente in vari articoli del blog (qui, qui e qui)
In psicoterapia, ad esempio, si possono sottoporre i pazienti di determinate fobie direttamente alla fonte della loro patologia. Cosa che non sarebbe possibile fare in nessun altro modo. Acrofobico sul tetto? Ragno gigante per aracnofobico tenuto nel cassetto? Chiavi della vostra macchina ad un amaxofobico (uno che ha paura di guidare)? Meglio di no, non credete? Dell’utilizzo di VR in psicoterapia abbiamo parlato in varie occasioni (qui e qui), ma vi consigliamo di visitare il sito di Idego.
2) Costi ridotti
Sul breve termine alcune esperienze virtuali possono risultare economicamente dispendiose. La VR ha ancora costi alti di sviluppo e programmazione. Si tratta di un prodotto ad alto valore aggiunto e tecnologicamente molto avanzato. Inoltre i dispositivi per la sua fruizione possono, in alcuni casi essere una spesa non indifferente. Detto questo però, una volta realizzata un’esperienza di addestramento in VR rimane e può essere riutilizzata all’infinito così com’è, o aggiornata a costi sostenibili (se non ci sono variazioni consistenti).
3) Logistica più semplice
Stiamo parlando di un software e al massimo di un computer con visore e controller. L’hardware è tutto qui. In alcuni casi, poi, può essere anche meno ingombrante Non ci sono quindi persone da spostare (l’esperienza che il candidato fa può essere supervisionata via internet), macchinari da mobilitare, o teatri di addestramento da predisporre. Tutto questo rende la logistica estremamente comoda, anche se i visori non sono ancora (e non lo saranno per qualche anno) un oggetto diffuso tra il consumatore medio. Immaginate di dover predisporre un’installazione promozionale. Invece di costosi schermi, trasporto macchinari, campionature etc, potrete fare tutto e meglio con un semplice trolley, più l’eventuale scenografia.
4) Varietà infinita di possibili esperienze
Dal momento che stiamo parlando di software creati su misura, e che possiamo utilizzare la CGI (computer-generated imagery), non ci sono limiti a ciò che può venire creato. La modellazione 3D è arrivata ormai ad un livello di realismo davvero notevole. Nonostante sia ancora evidente lo scarto con la realtà (in VR, sugli schermi di nuova generazione è quasi indistinguibile), l’effetto immersivo farà sì che la persona non se ne renda conto più di tanto. Questo ovviamente aumenta esponenzialmente le possibilità creative, a tutto vantaggio della varietà formativa, promozionale etc.
5) “Wow effect”
Questa è la ragione che svanirà prima, ma non vediamo perché non sfruttarla. La realtà virtuale comincia ad essere conosciuta, quanto meno il nome. Ma di gente che abbia veramente provato un’esperienza immersiva, con creatività di livello, definizione grafica alta ed interazioni complesse non se ne trova molta. Ragione per cui, la promozione aziendale attraverso la VR ha ancora un’attrattiva notevole. Certo, dovrete combattere un po’ con la diffidenza qualche volta. “No, no, ho già provato, grazie”…ma questa non è forse un’obiezione che ricevereste comunque a qualunque fiera, roadshow o altro?
Detto questo, chiaramente con la diffusione progressiva che ci aspettiamo e per cui lavoriamo, il wow effect svanirà presto. Ma non lo vediamo essenzialmente come un problema, anzi. La cosa imporrà uno sforzo creativo maggiore, che risulterà in una qualità sempre crescente delle esperienze.
Hai un progetto che pensi potrebbe beneficiare di realtà virtuale o aumentata? Oppure vuoi un virtual tour un video 360 o ricostruzioni CGI della tua azienda, museo, spazio fisico di ogni genere?
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